Cani da assistenza

Cani eroi, cani da assistenza, cani da ricerca.. ma chi sono?

Da sempre il cane ha affiancato l’uomo in diverse attività: lavorative, ludiche, sportive o socialmente utili, diventando sempre più un collega insostituibile. Pensiamo alla storia di questo animale che da sempre ha aiutato l’uomo inizialmente nella caccia, nella guardia della casa e nella conduzione e protezione del bestiame, con il tempo sono cambiate le attività svolte dall’uomo e di pari passo si è evoluto il ruolo del cane al suo fianco. Dapprima semplice “strumento” che spesso viveva isolato dalla famiglia, esclusivamente in giardino o nei terreni esterni o a guardia dei fienili, è poi diventato un membro effettivo della famiglia entrando in casa e facendo diventare la sua presenza soprattutto affettiva sempre più indispensabile: le famiglie accolgono in casa un animale proprio per l’aspetto affettivo e non più per quello utilitaristico.

Sono comunque tantissimi i campi sociali nelle quali il cane aiuta gli operatori svolgendo un’azione fondamentale: in terapie, ricerche e attività assistite. Cerchiamo di fare un pochino di ordine per capire esattamente di cosa stiamo parlando e quali sono gli ambiti più noti nei quali i cani vengono impiegati a supporto del lavoro umano. Possiamo dividere, per comodità di esposizione, le attività in quelle di utilità legate alle emergenze e invece quelle legate al supporto.

Partiamo dai cani dei nuclei cinofili (per esempio della protezione civile, della croce rossa, dei vigili del fuoco, ecc) che vengono chiamati appunto durante le emergenze: per le ricerche in superficie, per esempio in caso di persone disperse, o sulle macerie in caso di terremoti e crolli, o sulla neve in caso di valanga, sulle nostre spiagge possiamo incontrare i cani dei nuclei cinofili di salvataggio in acqua, che prestano servizio rendendo i nostri lidi più sicuri.

È importante tenere sempre presente che tutte queste attività non sono sportive e non sono un divertimento o un passatempo, sono mirate a salvare vite umane e chiunque intraprenda questo percorso deve tenere a mente che la priorità è sempre questa.

In queste attività non è solo il cane a seguire un percorso formativo e addestrativo ma anche i conduttori imparano a muoversi nelle emergenze. I cani che diventano “operativi” (superano quindi un esame e vengono certificati come tali) seguono un lungo percorso addestrativo che consente di formare binomi sempre più efficienti.

Un ramo molto importante e che sta sempre più espandendosi è quello dei cani da servizio o cani da supporto e i cani che accompagnano le sedute di IAA (interventi assistiti con gli animali). In questo caso possiamo dividere tra i cani da intervento assistito e i cani che fanno supporto al loro proprietario: nel primo caso parliamo di un cane che è di proprietà dell’operatore, e con lui segue tutto l’addestramento e la preparazione specifica, ed effettua delle sedute insieme a degli utenti specifici: quella che impropriamente viene chiamata Pet therapy. Non tutti i cani sono adatti a fare questo tipo di attività, sono necessarie delle doti caratteriali specifiche e i cuccioli vengono cresciuti da subito con attenzione perché possano diventare degli adulti correttamente inseriti in queste terapie: si scelgono già in partenza delle razze predisposte per selezione e attitudini e all’interno della razza si vanno a preferire alcune linee e nello specifico determinati cuccioli.

Lavoro differente invece lo fa il cane da supporto, in questo caso il cane è di proprietà dell’utente e viene affidato a lui dopo un percorso di preparazione, socializzazione e addestramento che dura da uno a due anni circa. In questo ambito differenziamo il lavoro dei cani che svolgono una azione di aiuto e assistenza e quelli che invece fanno prevenzione e segnalazione: nei primi troviamo i cani da assistenza alla guida per i non vedenti, i cani da assistenza alla mobilità, alla sordità, all’autismo e i cani da assistenza al disturbo post traumatico da stress.

Questo tipo di aiuto consente agli utenti una maggiore autonomia nella quotidianità e nelle relazioni sociali, consentendo alle persone con disabilità e difficoltà di rimanere da soli con il cane.

I “medic alert dogs” sono invece i cani da “allerta”, addestrati a segnalare eventi particolari legati a determinate patologie: pensiamo alle crisi glicemiche del diabete, alla narcolessia, all’epilessia e molte altre patologie.

Tutti questi cani vengono preparati da addestratori professionisti e si seguono protocolli specifici e molto rigidi, nessuno deve improvvisarsi, fin da cuccioli seguono un percorso mirato e finalizzato a renderli autonomi, perché una volta iniziato il loro affiancamento con l’utente devono riuscire a lavorare da soli, con sicurezza.

Da qualche anno i cani che svolgono tutte queste funzioni indossano una pettorina che segnala la loro “professione”, è richiesto di non accarezzare il cane, di non chiamarlo e di non interagire e soprattutto non avvicinarsi con altri cani: il motivo è che non sappiamo quale sia la patologia dell’utente e l’interazione con l’animale potrebbe interferire con il lavoro che sta svolgendo, potremmo mettere in pericolo la persona. Osserviamo quindi da lontano questi meravigliosi e indispensabili compagni che migliorano la qualità di vita dei loro amici.

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