Motivazioni, istinti e bisogni

Incontrando cani diversi, di razze diverse (o di incroci diversi) ci rendiamo conto, osservando il loro comportamento, delle caratteristiche peculiari di ogni soggetto: possiamo notare che alcune di queste corrispondono alle doti richieste per le attività per le quali sono state create e per le quali vengono (o venivano) selezionate determinate razze.

Così, vedendo la “ferma” di un cane da caccia la troviamo molto affascinante, come l’ “occhio” di un cane da conduzione del gregge o la “bocca” di un cane che fa utilità e difesa, sono tutte doti che vengono selezionate dagli allevatori e che hanno una storia lunga quanto la razza stessa.

Ma cosa determina le azioni e i comportamenti dei cani?

Proviamo a fare un’analisi. Alcune delle caratteristiche con le quali abbiamo a che fare quando interagiamo con i cani hanno una componente genetica, significa che sono vere e proprie spinte interne che influenzano i comportamenti del cane e ne determinano le azioni: gli ISTINTI. Possiamo definire l’istinto come una spinta biologica interna che è immutabile nella sua essenza, determina il comportamento del soggetto e solo attraverso l’intelligenza può essere modificato, regolato e gestito.

Questi istinti sono ereditari, caratterizzano una specie e si attuano in particolari condizioni ambientali che ne permettono l’espressione. Il comportamento che è legato all’istinto ha una forte componente emotiva, significa che il soggetto non agisce secondo un condizionamento educativo o una spinta esterna. Per dirla in parole semplici, sarà l’istinto che porterà un cane ad inseguire il gatto di casa ma sarà il lavoro educativo basato sul controllo emotivo che ci permetterà di salvare il gatto!

Dobbiamo pensare a tutto questo quando vogliamo correggere dei comportamenti dei nostri cani, individuare la spinta che ha determinato quell’azione, per poter intervenire nella maniera più corretta. Gli istinti non si possono cancellare, non si può eliminare quella spinta, possiamo controllare il comportamento, l’azione, gestendo correttamente il cane.

Non percepiamo però gli istinti come una cosa negativa, come una cosa che porta “fuori controllo”: sono l’essenza della parte più animale e sono ciò che lo rende, appunto, un cane.

Un’altra importante componente che influenza il comportamento animale, ma anche il nostro, come quello di qualsiasi essere vivente, sono i BISOGNI. Il Bisogno è una mancanza, una percezione soggettiva di insoddisfazione per qualcosa che può essere indispensabile o addirittura necessario alla sopravvivenza (bisogni primari) oppure relativi semplicemente al benessere (bisogni secondari), si tratta quindi di uno stato fisiologico.

Il Dott. Maslow ha elaborato la “piramide dei bisogni”: una schematizzazione gerarchica dei bisogni dell’uomo, riportandola ai nostri cani potremmo dire che alla base troviamo i bisogni fisiologici (legati alla sopravvivenza): mangiare, bere, dissetarsi, muoversi e riposare.

Sopra troviamo il bisogno di sicurezza, fondamentale per un cane: sentirsi sicuro, cioè protetto, sia in senso fisico che emotivo e questo dipende anche da noi: avere un posto tranquillo dove mangiare, dormire e riposare, dove non essere disturbato da altri animali o persone (bambini compresi), avere un luogo riparato dalle intemperie, o per esempio non essere esposto a pericoli o stimoli avversi.

Il gradino successivo è quello della appartenenza, e possiamo facilmente intuire questo bisogno perché anche noi esseri umani lo percepiamo, il bisogno di sentirsi parte di una famiglia o di un gruppo: per il cane vale lo stesso, è nostro compito far si che faccia parte del nostro nucleo e che abbia la possibilità di esprimere la propria socialità.

Salendo ancora troviamo il bisogno dell’accreditamento, il bisogno di sentirsi utile ma anche il bisogno di essere apprezzati e di sentirsi capaci, questo gradino ha a che fare anche con l’autostima. Nel dettaglio, per quanto riguarda il cane è importante fare attività che gratifichino lo gratifichino, che lo facciano sentire capace, bravo e migliorino la relazione con noi così come l’opinione che abbiamo del cane e che, anche involontariamente, gli trasmettiamo.

Salendo ancora troviamo il bisogno di varietà: nella vita di qualunque essere vivente la monotonia porta alla frustrazione e alla depressione. Così anche i nostri cani hanno bisogno di fare esperienze diverse, di vivere giornate interessanti con nuove avventure.

Al vertice, in alto, c’è la realizzazione. Nel caso del cane questa è la parte più legata alla razza e alla selezione: si sente realizzato nel poter esprimere le proprie doti.

“Fare il cane” è la cosa che da più appagamento al nostro amico, ma compiere ciò per cui è nato è senza dubbio il punto massimo di soddisfazione del bisogno.

La PULSIONE è uno stato, un meccanismo psicologico basato su un bisogno che causa uno stato di attivazione interiore: è il corrispettivo psicologico del bisogno. Tornando a ciò che influisce sul comportamento dei nostri cani troviamo un altro aspetto che consociamo anche come esseri umani: la MOTIVAZIONE.

La motivazione porta sempre il soggetto all’azione (al contrario dell’istinto): è ciò che spinge un soggetto a mettersi in moto per raggiungere lo scopo. Esistono moltissimi tipi di motivazione: affiliativa, cinestetica, perlustrativa/esplorativa, possessiva, competitiva, predatoria, comunicativa, protettiva, di ricerca, sociale, collaborativa. Sono tutte spinte all’azione che portano il cane a compiere qualcosa, mettersi in moto.

Per esempio la motivazione esplorativa e perlustrativa spinge un cane ad allontanarsi da casa o dal proprietario per scoprire cosa lo circonda: questa motivazione specifica è molto più alta in alcune razze (per esempio alcuni cani da caccia), la motivazione protettiva fa si che un cane difenda il proprio territorio, la casa o ciò che ritiene in pericolo.

Concludiamo la nostra analisi con il RIFLESSO, un meccanismo innato, automatico e involontario teso a riportare un equilibrio, una forma elementare di attività nervosa. Come nell’essere umano alcuni riflessi possono essere controllati per un breve intervallo di tempo, cosa che non vale assolutamente per altri. Pensiamo al riflesso di togliere la mano quando tocchiamo qualcosa di caldo o il movimento della gamba quando stimoliamo il riflesso rotuleo, riflessi simili ci sono anche negli animali. Bisogno, pulsioni e motivazione sono una “catena” che determina il comportamento del cane: il BISOGNO (stato fisiologico) corrisponde alla PULSIONE (stato psicologico) che porta alla Motivazione e quindi all’azione vera e propria. Quando vogliamo capire perché un cane si comporta in un certo modo analizziamo sempre cosa lo ha determinato, quale spinta l’ha portato fino a quel punto.

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